La raccolta delle acque piovane: il perchè di una scelta consapevole
In occasione della giornata mondiale dell’acqua, l’ ISTAT ha pubblicato un quadro di sintesi delle principali statistiche sulle risorse idriche. Il dato più allarmante che salta all’occhio è il consumo pro-capite giornaliero di acqua potabile: ben 245 litri. Sebbene questo dato si riferisca ai comuni capoluogo di provincia, la situazione nei rimanenti non è di certo meno preoccupante. Di questa quota pro-capite, almeno il 50% dell’acqua utilizzata non viene impiegata per scopi potabili (es. cucinare o bere) ma per irrigare giardini, lavaggio automobili, pulizie domestiche, ricarico dello sciacquone del wc.
Ora se guardi l’infografica appena sotto, puoi mettere in relazione le temperature medie minime e massime (periodo di riferimento 1981-2010) con quelle dell’anno 2016.
Non solo, il grafico a barre blu mette in evidenza le precipitazioni medie (periodo di riferimento 1981-2010) sempre con quelle dell’anno 2016.

A fronte di un costante aumento medio delle temperature sia minime che massime, il report sulle precipitazioni si mostra altalenante: febbraio, marzo, maggio e novembre si sono dimostrati più piovosi delle medie, viceversa aprile, agosto e soprattutto dicembre sono stati mesi molto asciutti.
E’ banale intuire che con l’aumento delle temperature, soprattutto nei mesi estivi, l’uso dell’acqua da parte di tutti noi è conseguentemente aumentato. Non mi stancherò mai di ripetere che le risorse della terra, qualsiasi esse siano, non sono infinite. Ti ricordi che durante l’estate del 2017, ad esempio, a Roma l’acqua fu razionata? parliamo della capitale di Italia, non di un paese sperduto sui monti con 45 abitanti. E il livello sempre più basso di un bacino idrico come il lago di Bracciano?
E’ ovvio che il primo passo è un uso consapevole della risorsa acqua da parte di tutti noi (ricordi quei 245 litri pro-capite giornaliero di inizio articolo?), ma dovremmo prendere in considerazione anche la possibilità di poter “stoccare” le acque meteoriche tramite serbatoi di accumulo per gravare il meno possibile sull’acquedotto comunale.
La raccolta delle acque piovane: come funziona?
Il sistema di raccolta delle acque piovane è composto da:
- superfici per la captazione delle acque (tetto, gronde, pluviali,terrazze, terreni permeabili, torrette, vasche ad ombrello ecc. ecc.)
- filtri
- serbatoio di accumulo
- pompa
- centralina di controllo
- eventuali accessori
Tutta questa acqua raccolta sarà al tuo servizio sia per uso irriguo che domestico: l’acqua filtrata e accumulata può essere usata anche da lavatrici e lavastoviglie (inoltre essendo priva di calcare contribuirà ad allungare la vita del tuo elettrodomestico) e per tutti quegli usi di cui si parlava ad inizio articolo. Il 50% di quei famosi 245 litri pro-capite non verranno sottratti all’acquedotto comunale e potrai risparmiare una consistente quota nella bolletta. Ad onor del vero se ci limitiamo ad un puro conto matematico dei tempi di rientro dell’investimento (si parte da 1500 euro ca. a salire) ci vogliono svariati anni per poter ammortizzare l’investimento iniziale, non dimenticando che l’efficacia delle tecnologia è data anche dalla zona in cui è installata e dalla sua conseguente precipitazione media annua. Per darti un’idea se abiti in una zona dove cadono annualmente meno di 100mm, non mi sento di consigliarti di installare un sistema di recupero; dai 100 ai 500mm annuali sicuramenti si; oltre ai 500mm vedrai accorciarsi notevolmente il tempo di rientro del tuo investimento.
Quello che è certo è che dobbiamo mettere in opera qualsiasi tipo di accorgimento per la salvaguardia del nostro ambiente e del sistema Terra.
Hai già installato un sistema di raccolta delle acque piovane o sarà la tua prossima scelta? Fammelo sapere nei commenti, a presto!